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Museo Gli Orsanti


Il Museo | Che cos'è


Il Museo gli Orsanti nasce originariamente a Compiano, nella Chiesa sconsacrata di San Rocco. Raccoglie testimonianze della vita degli Orsanti, uomini coraggiosi,  artisti musicanti e ammaestratori di animali che portarono in giro per il mondo, nelle vie e nelle piazze i propri spettacoli.

L'immagine che si presenta al visitatore è sorprendente, quasi onirica: grandi orsi di cartapesta, insoliti strumenti musicali, costumi di scena, stampe d’epoca, dipinti, documenti e oggetti di vita quotidiana narrano la storia di uomini, partiti da Compiano, presumibilmente già nel XVIII secolo, che hanno vissuto una vita avventurosa errando per terre lontane.



Gli Orsanti non sono un’invenzione narrativa. L’emigrazione girovaga è un fenomeno realmente esistito nelle zone dell’Appennino parmense, e ha radici remote. Accattonaggio, commercio ambulante, lavori campestri e forestali, filatura, spettacoli di strada con animali  - appunto di Orsanti e Scimmmiari – o con esibizioni musicali, furono alcune delle attività con cui gli abitanti delle zone appenniniche cercarono di affrontare, tra il Settecento e l’Ottocento, il difficile problema della sopravvivenza.

 


Una volta giunti in un luogo sufficientemente esposto al transito di persone, allestivano il proprio palco per lo spettacolo. Fra tutti gli animali, scimmie, pappagalli o cammelli che le compagnie di Orsanti addestravano per le proprie esibizioni, il pezzo forte era l’orso, il cui peso poteva raggiungere i 350 chili e, una volta alzato sulle due zampe posteriori, i due metri d’altezza.



Lo si faceva ballare, girare, saltellare, ma il numero più atteso era la lotta fra il domatore e la fiera. La lotta era ovviamente una studiata pantomima, anche perché, una zampata del plantigrado sarebbe stata sufficiente a spezzare il collo del domatore. Il carattere imprevedibile dell’orso rendeva comunque pericoloso questo genere di esibizione.

Molto spesso il numero si concludeva con la fiera battuta, stesa a terra come se fosse morta, che se ne usciva dalla scena trascinata via fra gli applausi per poi riprendersi immediatamente appena sfuggita agli sguardi del pubblico.



Maria Teresa Alpi

Maria Teresa Alpi nasce a Parma il 27 agosto 1932. Vive in un ambiente familiare stimolante che le permette di coltivare una grande passione per l'arte, la musica e la cultura in genere. Verso la metà degli anni '50 la sua creatività diventa moda: comincia a lavorare rafia colorata e ad usare pelle e cuoio intrecciati per realizzare una collezione di borse davvero moderna ed originale.
Iniziano così i primi successi di Donna Esa, personaggio eclettico, è stata anche stilista, pittrice, burattinaia, fondatrice di attività culturali, tra cui gli eventi legati al Museo gli Orsanti, come per esempio il Festival dei Girovaghi.
Un'artista a 360 gradi, dalla forte, schietta e indomabile personalità, una vita dedicata alla cultura, all'arte e alla moda.



Maria Teresa Alpi, proprietaria del Museo Gli Orsanti e fondatrice dell'Associazione culturale Barbara Alpi, rimarrà nei nostri ricordi grazie al suo entusiasmo costante, alla genialità dei suoi progetti, a quel carattere forte che le ha permesso di ottenere grandi soddisfazioni e l'ha aiutata a portare avanti le iniziative culturali e artistiche di cui si è fatta promotrice.
Si era posta l'obiettivo di rivitalizzare il borgo di Compiano, epicentro di un fenomeno dell'emigrazione molto interessante: gli orsanti, commedianti girovaghi che emigravano in terre lontane per esibirsi in strada con animali ammaestrati, alla ricerca di fortuna. Nel corso della sua vita ha raccolto materiali e documenti straordinari, strumenti musicali, burattini, fotografie, costumi, stampe che testimoniavano l'attività di questi artisti originali e il loro stile di vita.


Nel 2003 ha dato vita al Festival dei Girovaghi, manifestazione capace di accogliere i più grandi artisti di strada e di offrire ad un pubblico sempre più numeroso spettacoli inediti, racconti di un'epoca antica, trasformando il borgo di Compiano in una sorta di circo felliniano, dove il tempo sembra essersi fermato.
Maria Teresa Alpi ha dato un contributo fondamentale nel tentativo di recuperare un patrimonio artistico-culturale ricchissimo ma ormai perduto.
Si è impegnata profondamente in un'impresa difficile, non priva di ostacoli, che le ha permesso di condividere con il resto del mondo la storia degli Orsanti e che ha reso evidente ancora una volta quanto la cultura abbia bisogno di persone appassionate come lei.




Associazione Culturale Barbara Alpi e Maria Teresa Alpi

L'Associazione culturale Barbara Alpi nasce nel 1991, per ricordare con affetto la sorella Barbara scomparsa prematuramente. Sin dalla nascita l'Associazione ha ideato varie iniziative allo scopo
di valorizzare e ridare vita all'antico Borgo di Compiano, promuovendo manifestazioni ed eventi. Tra questi ha promosso l'apertura di spazi che una volta erano antiche botteghe artigiane dedicandoli alla vendita e all'esposizione di opere provenienti da tutto il mondo.


Nel 2013, dopo la scomparsa di Donna Esa, l'Associazione culturale Barbara Alpi lascia il posto
alla nuova Associazione culturale Maria Teresa Alpi, dedicata alla sua fondatrice.

L'Associazione culturale Maria Teresa Alpi è gestita dal nuovo Presidente, Valeria Benaglia.


Borgo di Vigoleno

Il borgo di Vigoleno è la nuova sede del Museo gli Orsanti. Sicuramente uno dei territori più affascinanti di tutta la Provincia di Piacenza. Vigoleno si trova sul crinale che separa la Valle del torrente Ongina dalla Val Stirone. E’ un borgo fortificato eccezionalmente integro nelle sue forme e ricco di testimonianze storiche.



Nel 1141 Vigoleno era un avamposto del Comune di Piacenza sulla strada verso i territori parmensi; attorno al Duecento entrò in possesso della famiglia guelfa degli Scotti, in conflitto con Piacenza, dominata allora dalle fazioni ghibelline, le quali attaccarono e distrussero il castello durante il sec. XIV. Fu lo stesso Comune di Piacenza a ricostruirlo ed a tenerlo fino alla fine del secolo, quando fu distrutto nuovamente. La terza edificazione fu opera degli stessi Scotti rientrati in possesso del fortilizio nel 1389 grazie ai Visconti, i quali diedero al luogo anche il rango di contea. Le vestigia attuali del castello sono in massima parte frutto di questo rifacimento quattrocentesco.


Le tracce degli Scotti sono ancora visibili negli stemmi gentilizi scolpiti sia sopra il portale d’ingresso al borgo sia sul timpano dell’oratorio della Madonna delle Grazie, con ogni probabilità la cappella di famiglia degli Scotti, al contrario della chiesa di San Giorgio che rappresentava la parrocchia del piccolo borgo. La famiglia Scotti mantenne il possesso della rocca fino al 1908, in seguito la stessa fu ceduta e trasformata in edificio residenziale.